L'editoria per l'infanzia

Ho notato con sommo piacere che l'editoria per l'infanzia, ma soprattutto gli autori di libri stanno riscoprendo il valore magico delle fiabe.
Questo argomento mi sta particolarmente a cuore, perché sono stufa di vedere storie così insipide proposte ai bambini, dove materialmente ci sono sono dei lunghi elenchi di azioni compiute dai protagonisti e manca essenzialmente la struttura di base di un racconto, a prescindere dal genere a cui appartiene.
Spesso si fa confusione tra favola e fiaba. Insomma credo che l'editoria per l'infanzia sia un mondo che lentamente si è trasformato in un affare commerciale.
Anzi io credo che un buon autore di libri per bambini dovrebbe essere al di fuori di ogni sospetto solo se scrivesse per pura passione, senza pensare al suo personale guadagno. Solo così potrebbe scrivere senza pressioni di nessun genere, senza seguire mode o concorsi del momento, per riuscire a far scorgere la luce ai suoi progetti, alle sue idee e al suo bagaglio di fantasia, perché in realtà vorrebbe soltanto raggiungere i piccoli lettori: solo loro sono in grado di comprendere se quel linguaggio è buono, se quel disegno va bene, se li coglie di sorpresa, lascia loro qualcosa di magico, di indissolubile che ricorderanno finchè avranno vita.

Che sogno.

Cari miei, forse si è capito che sto parlando in prima persona, combattendo tra il desiderio di essere riconoscibile e la grande passione che nutro nei confronti del disegno e delle storie, fin da quando ero bambina.

Quando ancora credevo che i miei lunghi capelli mi aiutassero a scrivere le mie storie, con consigli sussarrati alle orecchie, come il lento fruscio delle foglie sugli alberi.

Pensieri di Ximi