Autoconservazione: individuare trappole, gabbie ed esche avvelenate. Cfr capitolo 8
Nota:
questa fiaba potrebbe spaventare i genitori che sono soliti a leggere fiabe edulcorate per bambini, in questi testi ci sono dei significati profondi che vanno oltre il significato sterile di una semplice lettura.
C'era una volta una povera orfana che non aveva neppure un paio di scarpe. Si vestiva di stracci ed era molto brava a recuperarli in giro, tant'è che riusci a confezionarsi un paio di scarpette rosse e se ne innamorò subito! Quando le indossava si sentiva ricca e a suo agio, nonostante fosse così povera da cercare cibo nei boschi fino a sera tarda. Un giorno, mentre percorreva una stradina nel bosco, vestita dei suoi stracci e le sue scarpette rosse, venne fermata da una carrozza dorata. Una vecchia signora le disse che l'avrebbe portata con sé e l'avrebbe trattata come una figlia. Così la bambina si recò nella casa dell'anziana e ricca signora. Le lavarono i capelli, la vestirono con abiti eleganti e con scarpette nere. Quando la bimba chiese dove fossero i suoi vecchi stracci, la signora le rispose che erano stati bruciati viste le pessime condizioni e quanto fossero ridicoli. La piccola fu molto turbata e si intristì moltissimo pensando alle sue scarpette rosse, che le avevano donato così tanta felicità. I giorni trascorrevano tutti uguali, era costretta a stare ferma e tranquilla, a parlare solo se interpellata, non saltare, non correre: insomma fare la brava. Arrivò il giorno in cui era pronta per essere cresimata nel Giorno degli Innocenti e la vecchia signora la condusse da un calzolaio zoppo, per acquistare un paio di scarpe speciali per l'occasione. La bimba notò subito sullo scaffale un bel paio di scarpette rosse foderate nella pelle più morbida che si potesse trovare. Sebbene fosse scandaloso entrare in chiesa con un paio di scarpette rosse, spinta dal suo desiderio affamato di riavere le sue scarpe rosse, scelse subito quelle. La vecchia signora non si accorse del colore delle scarpe, ci vedeva pochissimo perciò la accontentò. Il calzolaio strizzò l'occhio alla bambina e le consegnò le scarpette. Quando giunse in chiesa con le sue belle scarpette rosse ai piedi, tutti rimasero sorpresi ed osservavano con sdegno perfino le statue e le icone. Tutto ciò poco interessava alla nostra bimbetta che pensava non ci fosse nulla di più bello delle sue scarpette rosse. La vecchia signora scoprì le scarpette e ordinò alla fanciulla di non metterle mai più. La bimba però non poteva resistere e le indossò anche la domenica successiva. Sulla porta della chiesa c'era un vecchio soldato con un braccio al collo. Si inchinò e chiese il permesso di spolverare le scarpette, toccò le suole e intonò una canzoncina che immediatamente provocò un prurito irresistibile sotto i piedi. "Ricordati di restare per il ballo." le disse strizzando l'occhio. Anche questa volta tutti guardarono con grande sospetto le scarpette rosse della bambina. Ma lei non riusciva pensare ad altro: quelle scarpette così belle, rosse come i lamponi, i melograni. Non riusciva neppure a concentrarsi e seguire la messa. Era tutta presa a girare e rigirare i piedi per ammirare le sue scarpette rosse. Tanto che si scordò di cantare. Al termine della funzione, quando uscì dalla chiesa incontrò ancora il soldato ferito che le disse: "Che belle scarpette da ballo!"
Wikipedia Common tale of Andersen Stratton |
Dopo un po' di tempo la vecchia signora si ammalò e la bambina fu sopraffatta dal desiderio di andare a vedere ancora una volta le sue scarpette rosse, le trovò: erano poste in alto su uno scaffale. Le osservò a lungo e le contemplò e quella contemplazione si trasformò subito in un potente desiderio, tanto che le prese e se le infilò, ma non appena sfiorarono le dita si sentì costretta a danzare. Danzò uscendo dalle scale, prima una gavotta, poi un valzer travolgente, non riusciva a fermarsi, danzò lungo le scale e nel corridoio, nella sala. La bambina era in estasi e si accorse che la faccenda era grave quando cercò di girare a sinistra e le scarpette la costrinsero ad andare a destra. E danzava girando in tondo e danzò lungo la strada e sulle vie e s'inoltrò nel bosco oscuro.
Incontrò il vecchio soldato con il braccio al collo che le disse: "Oh che belle scarpette da ballo". La bimba era spaventata e cercava inutilmente di sfilarsi le scarpette dai piedi, ma ogni tentativo falliva: più tirava e più aderivano! Saltellò su un piede e su un altro tentando in tutti i modi, ma non vi riusciva, il piede che rimaneva in aria continuava a muoversi e piroettare per suo conto.
E così danzò, danzò sulle colline, nelle montagne, sui sentieri, con la neve e la pioggia, sotto il sole cocente, nelle notti più buie e all'alba del mattino e per lei non c'era più riposo.
Danzò in un cimitero e lì uno spirito le disse queste parole:
WikipediaCommon tale of Andersen Stratton |
"Danzerai con le tue scarpette finché non diventerai come uno spettro, un fantasma, finché la pelle non penzolerà dalle ossa e sarai solo viscere danzanti. Danzerai di porta in porta e busserai tre volte e la gente avrà paura di te. Danzate scarpette rosse, danzate!"
La bambina chiedeva pietà ma le scarpette la trascinarono via. Danzò ancora sui rovi, le siepi e i torrenti, sui ponti finché arrivò a casa. C'era un lutto: la vecchia signora era morta, ma la ragazzina continuava a danzare senza sosta, sfinita danzò e si ritrovò ancora una volta dentro alla foresta, lì c'era un uomo, il boia con la mannaia che tremava all'avvinarsi della bambina.
"Per piacere, mi aiuti. Mi tagli via le scarpe e mi liberi da questo tremendo destino!" implorò la bambina.
Il boia allora tagliò le cinghie delle scarpe, ma le scarpette le restavano attaccate ai piedi. La bambina allora gli chiese di tagliarle i piedi poiché la sua vita ormai così non aveva più senso.
Il boia obbedì. Le scarpette rosse con i piedi continuavano a ballare attraverso la foresta e sulla collina e oltre ancora fino a sparire alla vista.
Ora la bambina era una storpia e doveva lavorare a servizio di estranei e non ebbe mai più desiderio delle scarpette rosse.
Credito per immagine: Commons Wikipedia
0 commenti:
Posta un commento