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lunedì 2 giugno 2014

La storia scritta per me da Michele Scarparo

Ogni tanto le idee diventano dei germogli, non sempre sbocciano, si trasformano in strani fiori congelati, come quegli Amori che si trattengono nel nostro animo e non ci lasciano più.
Un giorno magari li riscopriamo, diamo loro un po' di acqua e come in quell'incantesimo che amo tanto incominciano a vivere e a sorridere!
Grazie Michele. Hai colto qualcosa di mio.


Dimmi che storia scrivere, l'idea di Daniele Imperi sul suo blog penna blu ha qualcosa di quella magia, un modo per tessere un rapporto, per incanalare pensieri e soprattutto scorgere cosa vede uno scrittore blogger come Michele Scarparo, nella mia richiesta di una storia da scrivere.
Ero curiosa e avida e ho letto tutto con grande golosità...
Si può essere golosi di una storia!?! Nel mio caso si!


La mia richiesta :) 
Una storia dove c’e’ il ritorno di lui che si era allontanato pur amando. Una storia tenera eh… con lieto fine ma di Amore struggente… Colonna sonora Negramaro -

Da leggere con i Negramaro Meraviglioso scelto da Michele



Andata e Ritorno 
di Michele Scarparo

Ci sono momenti in cui la vita ti mette alla prova; ti spinge fin là dove non avresti mai voluto andare, perché certi limiti avresti preferito di gran lunga non superarli. Ma la vita è bastarda: se ne frega della tua zona di comfort e si diverte a metterti fuori equilibrio. Io lo posso ben dire: mi ha spinto così tanto fuori che una notte mi sono trovato con le gambe a penzoloni al di là del parapetto di un ponte, mentre guardavo l’acqua nera sotto di me. Avevo avuto tutto: una vita felice, un lavoro, ma soprattutto Lei. Una di quelle storie che cominciano quasi per scherzo, alle superiori, e che si trasformano fino a diventare la pietra angolare della tua vita: lei era la luce che illuminava la mia esistenza.
Quando si è giovani, però, si finisce per dare tutto per scontato: il lavoro diventa noioso, la famiglia una prigione e l’amore dovuto. Si pretende la gloria: ci si crede grandi surfisti, capaci di rimanere in equilibrio sulla cresta dell’onda della vita. Sempre pronti a tuffarsi in nuove avventure, con la speranza, che è una certezza, di trovare gratificazioni e ricompense.
Allora me ne sono andato, solo per scoprire che lontano dalla mia luce il mondo non era altro che buio; aria gelida e stagnante, talmente immobile da rendere difficoltoso persino respirare. Mi sono prostrato alla mia inettitudine, solo per rimanere vittima dell’orgoglio: come tornare ammettendo un così grande errore? Ero certo che neppure lei avrebbe perdonato tanto: non mi rimaneva che l’abbraccio mortale delle acque fosche che scorrevano sotto al ponte.
La vita è bastarda, perché quando ci ha spinto oltre ai limiti ci presenta delle ineffabili epifanie come ancora di salvezza. La mia si presentò sotto forma di angelo, mentre nella mia testa stavo finendo il conto alla rovescia che mi avrebbe dato il coraggio di lasciarmi scivolare giù.
— Ma come, — mi disse — non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?
Lo guardai scuotendo il capo. Non vedevo nessuna luce, davanti a me.
— Il bene di una donna che ama solo te. La luce di un mattino. L’abbraccio di un amico o il viso di un bambino. Non trovi che tutto questo sia meraviglioso?
Non credo che fossero le parole; più probabilmente il suono della sua voce o forse qualcosa di ancora più etereo che toccava il mio cuore. Fu in quel momento che la vidi: era lei, a casa. Stava piangendo mentre mi pensava. Potevo sentire le sue lacrime, calde e salate, corrermi giù per la gola; vedevo i suoi occhi rossi di pianto struggersi per me ed infine fui dentro lei, così da vedere i suoi pensieri. Quando mi voltai l’angelo non era più al mio fianco, non ce n’era più bisogno. Nel mio petto bruciava la felicità e l’urgenza di tornare: saltai sulla strada e mi misi a correre. Ridevo.
Del tragitto fino a casa non ricordo quasi nulla: si accavallano nella mia mente ricordi di treni, stazioni, aeroporti, taxi. Tutto mescolato perché non c’era più nulla che avesse senso, finché non fossi tornato. Ho avuto solo un momento di esitazione: un minuto fa, davanti alla sua porta. La mano pronta a bussare ma ferma, gelata a mezz’aria. E se mi fossi sbagliato? Se non mi avesse voluto?
Poi ho sentito un rumore, alle mie spalle: non potevo mica rimanere lì, all’infinito, come un ebete. Ho bussato. Non ha fatto in tempo ad aprire che ci siamo saltati addosso ed abbracciati. L’ho stretta forte, in silenzio. Forte più che ho potuto.

Dopo tutto, che ti importa se un abbraccio ti rompe le costole, quando ti aggiusta il cuore?


Ma poi non è finita qui, 
ho postato un video perché la storia mi ha ricordato il film "La vita meravigliosa" di Frank Capra e fatalità mentre cercavo qualche spezzone del film da mostrare a Michele mi è uscito fuori un mix di pezzettini con la canzone originale di Modugno "Meraviglioso" dalla quale i Negramaro hanno creato l'omonima cover :)



Questa storia mi ha riempito il cuore di gioia! E quell'abbraccio che tanti sfuggono per me è la cosa più meravigliosa.
Grazie.



1 commenti:

Michele Scarparo ha detto...

Non credo ci sia cosa migliore che vedere quanta gioia si possa procurare con la propria fantasia e le proprie parole!

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