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mercoledì 10 marzo 2010

Genitori e bambini: quante doti nascoste!



La prima cosa che ci insegnano i grandi della pedagogia è che i bambini assorbono tutto quello che l'ambiente offre.
Più l'ambiente è ricco di stimoli, sereno e affettuoso, più il bambino acquisisce dimestichezza con l'ambiente stesso e con le sue potenzialità.

Questo non significa bombardare i bambini di stimoli, tenendo accesa la radio, la televisione, leggendogli un libro e facendo un balletto...! E quando saranno più grandicelli riempire loro tutta la giornata: corsi di danza, di canto, di musica, di inglese... Spesso in orari improponibili, che i genitori non osano, quasi mai, contestare agli insegnanti di turno (forse per comodità propria, ma non pensando ai bambini di sicuro...).

Anziché adoperarsi a riempire spazi vuoti, bisognerebbe cercare di interagire in modo naturale con i figli, adottando un comportamento di sereno apprendimento, anche di gioco, ma un gioco, che comunque mantiene delle regole.
Infatti, è indispensabile che il bambino sappia quali sono i limiti da non superare e le regole da rispettare. Con il giusto senso dell'equilibrio che va adottato a seconda dell'età del piccolo e delle sue caratteristiche peculiari di individuo.

Non va mai scordato che ogni bambino ha uno sviluppo diverso. Ogni bambino ha il suo cammino di crescita e la sua intima predisposizione a  maturare prima su certi aspetti e magari, più tardi su altri.
Il criterio di giudizio verso i propri figli deve rispettare questo principio di base, mai essere tentati a paragonarli agli altri bambini che, come l'erba del vicino, sembrano sempre più bravi, più attivi, più belli.
Il rischio è quello di cadere nella trappola ingiusta di spronarli su terreni che non sono ancora adatti al loro sviluppo.
E' come se tentassimo di seminare in un periodo dell'anno non idoneo, alla fine non raccoglieremmo nessun frutto. Non è certo per colpa del seme!

Un bambino è un meraviglioso "raccoglitore" di idee, di materiale, di spunti e di esempi forniti dall'ambiente, dalla famiglia, dalla scuola, dagli amici, ma è anche un individuo con la sua personalità ben delineata, fin dai primi vagiti da neonato.

Come si fa a non vedere già delle differenze nei neonati, appena nati?

Quando sono tutti in fila, nelle loro piccole cullette delle nursery degli ospedali, si vedono già i piccoli frugoletti distinguersi gli uni dagli altri.
Chi piange come un matto con voce tonante, da spezzare i vetri e le orecchie! Chi se ne sta buono buono con il suo ciuccio in bocca.
Chi non ne vuole sapere di stare a pancia in su... Chi dorme beato, chi sta sveglio e si guarda intorno. Ognuno ha già il suo caratterino, che in seguito acquisterà e aggiungerà novità positive, ma anche negative.

L'educatore, il genitore allora si pone come un punto di riferimento valido, saldo e positivo per spronare, incoraggiare, anche con azioni correttive, il comportamento dei figli.
Punto essenziale è anche la complicità tra i genitori. Altro tema, sul quale ci sarebbe tanto da dibattere.

Spesso nelle famiglie intervengono anche le figure dei nonni, che non sono dei figuranti, ma degli educatori ai quali si affidano i nipoti per molte ore durante la giornata. Onde evitare contrasti e modi contradditori di educare, si dovrebbero delineare le linee guida educative da seguire, per essere tutti coesi nelle regole basilari da rispettare.
Se un bambino fa i capricci per mangiare e i genitori a casa non cedono, ma i nonni invece tentano di convincerlo con i soliti ricattini (mangia tutto e dopo ti compro il gelato...), il metodo educativo fallirà per forza. Il bambino stabilirà le regole e metterà tutti sotto il suo controllo. In sostanza si creerà il caos!
Naturalmente potrebbero essere anche i genitori a cedere e i nonni ad essere coerenti. Era solo a titolo di esempio. Se ne vedono spesso di scene come queste.

I genitori si sentono oppressi dai propri figli, per stanchezza o poca fiducia nelle proprie potenzialità di educatori.
Invece ogni mamma e ogni papà hanno, come i propri figli, grandi doti e grandi possibilità di interagire con i bambini. Basta veramente poco.

A volte una comunicazione interrotta con un figlio, può riprendere usando dei mezzi impensati. Bisogna solo considerare un attimo su quale terreno ci si sente più a proprio agio.
Un padre che fatica a parlare con i figli, magari scopre di avere un talento naturale a leggere una fiaba. Una mamma stanca dal lavoro, può tenersi sempre a portata di mano un foglio e tre pennarelli e dedicare uno piccolo spazio al disegno, non serve fare dei capolavori.
Ascoltare un brano di musica nuovo, cercare insieme la stazione radio con la musica più bella. Farsi aiutare per preparare semplici ricette... per aggiustare il rubinetto rotto...

In questo modo si insegna ai figli che si possono esprimere in tanti modi:
con le parole, con i disegni, con la musica, con il corpo (ballando, mimando), scrivendo o addirittura con un lavoro manuale o ascoltando gli altri.

Avranno imparato che nella vita ci sono tanti modi per affrontare i problemi, tutti diversi, ma validi.
Potranno scegliere il mezzo adatto al loro momento di crescita e avranno compreso che hanno a disposizione una vasta scelta, che li potrà aiutare nei momenti di difficoltà.

Un bambino può non essere capace a chiedere scusa a parole, ma riuscire a scrivere una lettera bellissima o fare un disegno con un cuore grande così!
E' forse meno meritevole di tante parole, magari ripetute senza convinzione?

Certamente bisogna insegnare loro ad esprimersi, formulare dei giudizi e un senso critico rispetto agli altri, ma anche rispetto a se stessi.

I bambini si divertono con poco, a loro basta stare con i genitori. Uno stare insieme però vivo, reciproco e vissuto veramente, svuotandosi dei problemi raccolti durante la giornata e dedicando quella mezz'oretta, tutta intera ai propri figli.

Non si potrà che averne un beneficio. Reciproco.

                                                     By Ximi




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