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venerdì 4 dicembre 2009

Illustrazioni e musica: armonia di idee

Ieri sera ho iniziato a seguire la trasmissione "Che tempo che fa" di Fazio, quando il grande direttore d'orchestra, il maestro Daniel Barenboim, chiacchierava di musica con due suoi amici, Claudio Abbado e Maurizio Pollini. Trattavano tematiche riguardanti la musica, ma a sorpresa hanno intessuto le idee con allacci anche nell'arte. I discorsi si sono ampliati creando un legame sottile, invisibile con il mondo delle immagini ed io ho colto un legame sottile anche con il mio post precedente, in cui sperimentavo come decifrare la natura delle illustrazioni per i bambini.
Pollini, ma anche gli altri interlocutori, hanno insistito sulla necessità di far proprio un linguaggio, spesso poco conosciuto, che può nascere solo da un ascolto reale della musica classica.
Sempre Pollini, ha paragonato un quadro con la musica. Il primo si può decidere di contemplarlo per un periodo di tempo che decidiamo noi liberamente, potrebbe essere un secondo o anche mezz'ora. Per contemplare la musica, invece bisogna rimanere fermi, ascoltare tutto fino alla fine per realizzare un'idea. Questo necessita un impegno maggiore.

Potrei aggiungere che anche un quadro andrebbe contemplato più a lungo, ma forse rimanere un'ora davanti ad una tela, metterebbe in serio imbarazzo lo stesso spettatore? Poter usufruire di un tempo pacifico, dove una persona può dilettarsi ad osservare con attenzione, può diventare un lavoro non solo interessante, ma anche costruttivo per se stessi. Imparare a concentrarsi su qualcosa per ottenere delle idee, oppure lasciare che l'immagine o la musica ci trascini dove vuole, senza limiti.
I sogni sembrano apparentemente inutili, ma sono necessari. Così l'arte è come i sogni. Pensiero di Pollini, peraltro molto attinente con il tema dell'arte in generale. Quindi anche dell'immagine in sè.
Io credo fermamente che la necessità di "subire" l'arte cammini parallela con la necessità interiore di "fare" arte. E non mi riferisco soltanto all'Arte, con la A maiuscola, ma a tutto ciò che viene realizzato con una passione interna che spinge verso quella particolare esigenza, qualcosa che ci permette di sentirci migliori e di rendere qualcosa anche agli altri.
Bisogna abituarsi ad ascoltare, ma anche a vedere veramente ciò che sta intorno a noi. La madre che cucina e si diletta a sistemare con cura le pietanze nel piatto, merita un elogio, così come il nonno che costruisce con le sue mani il giocattolo al nipotino. Anche questa è arte. Forse perfino migliore, perchè non ha pretese. E' bella perchè è generosa, non chiede niente in cambio se non un sorriso.
L'autore si esprime con una partitura, deve realizzare perfettamente quello che l'autore esprime, avvicinarsi il più possibile all'intenzione... L'interpretazione deve riuscire a fare del testo qualcosa. Portarlo fisicamente a qualcosa perchè lo renda in suono. Il resto è una sensazione individuale che è diversa da persona a persona (Pollini e Abbado).
Non è straordinaria l'attinenza con ciò che l'illustratore deve riuscire a creare cercando di essere fedele al testo del libro e all'intenzione dell'autore? Quindi si ritorna al concetto dell'ascolto. Come in un cerchio che si chiude.

Cercare di conoscere profondamente l'autore del testo è importante come conoscere il compositore di un'opera musicale.

Commento personale alla trasmissione:
Una proposta che poteva diventare noiosa è stata presentata con originalità, attraverso l'amicizia di tre Grandi della musica. Barenboim è pure simpatico!
Vale la pena di ripetere questa esperienza in prima serata.

Le parole in corsivo sono tratte dalla chiacchierata dei tre maestri Daniel Barenboim, Maurizio Pollini e Claudio Abbado durante la trasmissione
"Che tempo che fa"
di Fabio Fazio su Raitre, 3 dicembre 2009.


by Ximi   Illustraidee



 

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