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domenica 13 dicembre 2009

L'immagine di noi stessi I parte


 




Un bel “ctrl-z” ed eccoci rimessi a posto. Sarebbe un vero successo planetario, se fosse possibile. Digitare un codice, come per cambiare lo sfondo del blog e tutti quanti saremmo felici, belli e perché no? Anche sani. Si potrebbe estendere la funzionalità anche per la salute; ma è meglio non addentrarsi in un campo così spinoso.

Ci sarebbe, però subito, il lato oscuro della questione, ossia un codice uguale per tutti significherebbe subito, seduta stante, il desiderio degli altri di copiare il codice per farselo proprio.


Non è così che succede sempre?


Questo bisogno recondito, misterioso e avido di prendere le “cose”, di prendere spunto dagli altri. Che si tratti dell’esteriorità, del modo di vestire, della casa, della macchina, del cane… e la lista non finirebbe mai, perfino dei blog e di internet.


Questo bisogno inconscio di essere uguali agli altri, imitando alcuni aspetti che rappresentano la persona,  a livello sociale, estetico, morale. Questa è una necessità intrinseca di un bambino o di un ragazzo, ma un adulto dovrebbe aver già maturato una scelta, non che debba rimanere incagliato in uno stereotipo di se stesso, ma una certa stabilità dovrebbe averla consolidata.


Invece, anche per il subdolo martellamento proposto dai mass-media, su ciò che è giusto o sbagliato, su ciò che si deve o non si deve possedere, si deve o non deve pensare, si è creata una sorta di spirale infinita, in cui le persone si sentono come invogliate a comprare, possedere, cambiare aspetto per cercare di apparire nel miglior modo possibile. Questo infaticabile processo si nota anche nei genitori che propongono ai figli gadget, vestiario, libri e qualsiasi oggetto che possa contribuire a creare un senso di appartenenza del ragazzo al gruppo.


Questa necessità, anche se fa parte del normale processo di crescita di un bambino o di un ragazzo, sta assumendo degli aspetti preoccupanti. I giovani hanno bisogno di modelli, hanno bisogno di immagini, di credere in qualcosa, di appoggiarsi, di prendere i panni di un’altra persona, di ambire a un’ideale. Un giovane vuole dei  punti di riferimento validi, stabili. Ne ha bisogno, come l’aria che respira, gli servono per imparare ad –indossare- abiti che diventeranno quelli di una persona adulta, con un suo bagaglio di valori.


In questo modo l’immagine a cui aspirare è positiva, crea un’aspettativa di crescita nel ragazzo, di miglioramento per avvicinarsi al modello a cui  si riferisce.


Quando l’immagine assume dei connotati negativi?


Nel momento in cui non c’è più possibilità di scelta per il ragazzo. Nel preciso istante in cui si sente quasi costretto a seguire dei modelli, che incarnano uno stereotipo, senza lasciare altre vie di uscita. Per questo la droga, il fumo e purtroppo anche l’alcol stanno dilagando nei giovani, che non sembrano preoccuparsi delle conseguenze.


Anche questo fa parte del percorso?


Viene tollerato, anche dagli adulti. Nonostante queste siano purtroppo, in molti casi, delle tappe forzate, i giovani attendono delle altre immagini, altrettanto forti, capaci di ammaliare e  incoraggiare a cambiare strada.


 

Quali sono allora le immagini in cui si rispecchiano i ragazzi, i bambini?





Parole in libertà


Oscura, misteriosa, avida
scelta
nell'infinita spirale
di modelli
e ideali.
Cambiare strada?
Quale?







by Ximi   Illustraidee

                                     

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